Parla il prof. Alfredo Focà.
25 giugno 2017 Danilo Colacino
http://www.calabriaonweb.it/2017/06/25/alcmeone-dulbecco-crucitti-grandi-medici-calabresi-parla-prof-alfredo-foca/
Lo “scrigno” dei saperi, ma non solo. L’Università Magna Graecia è infatti il luogo della formazione per eccellenza del territorio catanzarese, tuttavia anche molto altro.
Un patrimonio del capoluogo di regione, dell’area centrale della Calabria e dell’intera regione, in cui operano illustri clinici e brillanti docenti quali il professor Alfredo Focà, che dirige anche l’Istituto di Storia della Medicina della stessa Magna Graecia e un corso incentrato sulla materia nell’ambito delle Scienze Umane. “Una disciplina che – spiega il cattedratico – si prefigge di rispolverare e trasferire agli studenti dell’Ateneo l’importante tradizione medica calabrese. Una storia, caratterizzata da grandi successi e di notevole entità, che a tutt’oggi deve essere illustrata alle giovani generazioni animate dal voler contribuire a rinnovarla e, perché no, anche a continuare a scriverla. Va però resa fruibile, proprio perché cospicua e complessa oltreché non accessibile facilmente a tutti. Un lavoro – ha aggiunto – che noi abbiamo fatto anche attraverso l’Istituto in cui sono raccolte biografie, stampe di volumi e testi di inestimabile valore scientifico, e innumerevoli altri documenti”. Il prof. Focà è tuttavia anche ordinario di microbiologia e presidente del Nucleo di valutazione e accanto all’attività didattica e scientifica, oltreché assistenziale – riveste pure una funzione apicale nel Centro di documentazione della medicina. Una struttura che ha fondato da decano dell’Ateneo del capoluogo in cui ha operato fin dalla sua costituzione, l’ormai lontano 1983. L’Istituto, intitolato all’eminente intellettuale squillacese Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore, consta di oggetti, scritti e volumi di grande pregio, frutto di donazioni o ricerche che racchiudono la memoria dei maggiori scienziati calabresi addirittura a partire dai tempi dell’insigne Alcmeone di Crotone (medico e filosofo greco del V secolo Ac) fino agli anni più recenti: quelli del Novecento. In riferimento a questi ultimi vanno menzionati, su tutti, il Premio Nobel catanzarese Renato Dulbecco e il luminare reggino nel campo della chirurgia toracica Francesco Crucitti, definito il ‘chirurgo del Papa’ per aver effettuato ben quattro interventi su Giovanni Paolo II. Accanto a loro, fra gli altri, Carlo De Lellis e Vincenzo Aloi. Ma vi è di più, tanto i testi del secolo scorso quanto le informazioni relative a millenni fa, sono disponibili nella biblioteca digitale del Centro con libri scannerizzati (è il caso ad esempio dei materiali inerenti alla figura mirabile di Tommaso Campanella) e consultabili all’indirizzo telematico www.cassiodoro.unicz.it.
Un tesoro culturale e storico di assoluto valore, dunque, che arricchisce ulteriormente l’offerta di un’Università capace di rappresentare un faro in una realtà purtroppo depressa e quindi bisognosa di volani non soltanto economici. Peccato che non se ne abbia sufficiente contezza, non riuscendo a trarsi i dovuti vantaggi dal Campus di Germaneto. Un concetto espresso con rammarico dal prof. Focà, che asserisce: “Il ruolo dell’Ateneo è di rilevanza primaria nel contesto territoriale cittadino e regionale, ma mi pare evidente che in parecchi non lo capiscano. Lo considerano forse un qualcosa di scontato. Grave errore. Spesso infatti si parla di indotto con un chiaro riferimento alle ricadute economiche di una struttura in grado di generare reddito o guadagno, tuttavia come si può sottovalutare il grandissimo pregio della cultura”.
Ci si chiede insomma come si possa ritenere quasi marginale una fucina di giovani fervide menti, affinate e formate per poi essere immesse nel mercato del lavoro e ai vertici di alcune fra le più importanti professioni.
“Eppure – sostiene il docente calabrese – noi abbiamo professori di livello top e svolgiamo un’attività particolarmente intensa e qualificata, laureando centinaia di studenti ma anche offrendo loro la possibilità di intraprendere percorsi post-laurea di indubbio spessore. Mi riferisco alle scuole di specializzazione e ai master, tuttavia anche alla formazione di figure di cui c’è richiesta nel mercato del lavoro quali infermieri, ostetrici, tecnici di laboratorio, esperti di biotecnologia e altre ancora. Senza contare che questo non attiene esclusivamente all’area sanitaria. È riconosciuta, a riguardo, la tradizione del polo di Giurisprudenza e delle facoltà di Economia, a cui si aggiungono adesso le Scienze Sociali. Mi sembra, in parole povere, che ci sia abbastanza di cui poter andare orgogliosi e di cui poter beneficiare per la città e, ribadisco, per l’intera regione”.
Lo spot in favore dell’Unicz ci pare sufficientemente supportato da elementi incontrovertibili, ma cambiando nettamente argomento da illustre clinico cosa pensa della legge che ha obbligato la vaccinazione?
“La condivido, perché bisogna andare molto a ritroso nel tempo per capire quanto di positivo sia stato fatto per immunizzare i bambini da malattie infettive terribili e in grado di provocare danni devastanti. Patologie talvolta debellate grazie ai progressi della Medicina o i cui dirompenti effetti sono comunque stati resi inoffensivi. Così facendo, si può senza enfasi affermare che sia stato salvato il genere umano. Da uomo di scienza come potrei quindi essere contrario ai vaccini”.
E allora per quale motivo ci sono infinite polemiche su tale delicata questione?
“Semplice. È in atto una deteriore campagna di disinformazione alimentata dal web e da altri canali di diffusione delle notizie, anche false, che demonizza alcuni farmaci senza la minima base scientifica. Ci sono insomma parecchi strumenti disponibili per fare proseliti, pur se sembra incredibile. Scarseggiano invece dati significativi a suffragio di certe sciocchezze propinate alla gente, però si pontifica assecondando convinzioni personali. Ecco perché la politica è ricorsa in modo opportuno alla prescrizione ex legge. C’era necessità e urgenza di tutelare i più piccoli. Un sentiero obbligato, dunque. Come detto, però, le discussioni alimentate da teorie bizzarre non difettano proprio per l’opportunità di divulgarle senza il controllo degli organismi titolati e deputati a pronunciarsi autorevolmente sul tema”.