| NOME | CASSIODORO FLAVIO MAGNO AURELIO |
| PERIODO | VI secolo d.C. |
| LUOGO E DATA DI NASCITA | Squillace, 490 d.C. circa |
| LUOGO E DATA DI MORTE | Squillace, 580 d.C. circa |
| OPERE | Anecdoton Holderi Chronica Codex de grammatica Complexiones Apostolorum De Anima De Artibus ac disciplinis liberalium literarum De Ortographia De regimine ecclesie primitive hystoria tripertita feliciter incipit Historia Gothorum Institutiones Laudes Liber memorialis sive titolurm Opera omnia quae extant, ex fide manuscr. Auctiora & locupletiora Ordo generis Cassiodorum Regula Magistri Variae |
| BIBLIOGRAFIA | AA.VV., Bisanzio, Roma e l’Italia nell’Alto Medioevo, Spoleto 1988 AA.VV., Calabria bizantina.Tradizione di pietà e tradizione scrittoria nella Calabria greca medievale, Reggio Calabria, 1983 AA.VV., Cassiodoro in Nuovo Dizionario Istorico ovvero Istoria in compendio ecc., composto da una SOCIETÀ DI LETTERATI, t. 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BIOGRAFIA
Politico e letterato, nato intorno al 485-490 d.C. circa a Squillace.
Il padre fu comes privatarum e comes sacrarum largitionum sotto Odoacre, governò la Sicilia in qualità di consolare nel 489 e sotto Teodorico fu propretore di Bruzio e Lucania e tra il 501 e il 507 prefetto del pretorio.
Dalla lettura delle sue opere, sappiamo che Cassiodoro ancora iuvenis audeo fu consiliarius del padre prefetto del pretorio e come tale recitò un panegirico di Teodorico per cui fu ricompensato con l’elezione a questura.
Nel 514 d.C. venne nominato console ordinario.
Dalle Variae si intuisce che governò, in qualità di correttore, il Bruzio e la Lucania fra il 515 e il 523.
Nel 523 succedette a Boezio in qualità di magister officiorum, ministro per la politica interna; posizione che mantenne anche sotto Atalarico, figlio della reggente Amalasunta, succeduto dopo la morte di Teodorico nel 526 d.C.
Nel 533 era prefetto del pretorio, carica che mantenne fino al 537, anno in cui iniziò la stesura delle Varie.
Intorno al 536 d.C. aveva cercato di fondare a Roma una scuola di studi teologici, in seguito ad un accordo con il papa Agapito, ma il progetto fallì per la morte del papa e l’invasione bizantina.
Nel 540 Belisario fece prigioniero a Ravenna Vitige e lo condusse a Costantinopoli come prigioniero, ma di Cassiodoro non si hanno notizie fino al 550, quando compare come personaggio influente al seguito di papa Vigilio a Costantinopoli, dove rimase probabilmente fino al 554.
Ritiratosi a Squillace, fondò nelle vicinanze, il monastero Vivariense, sede di vita religiosa e culturale senza precedenti, prototipo dei centri culturali monastici del Medioevo.
Qui realizzò una ricca biblioteca, all’interno della quale fece confluire la sua personale, ricca di codici e dotata di uno scriptorium, dove i monaci più colti si dedicavano allo studio dei testi, cui si accompagnavano edizioni, collazioni, excerpta e revisioni di testi scritturali.
Fece preparare una Bibbia in nove codici, una contenente la Vulgata e una terza in codice grandior, che doveva contenere la revisione di S. Girolamo sul testo della Esapla.
I libri sacri erano tutti provvisti di sommari, o già esistenti o scritti ex novo, raccolti in un’opera separata: Liber memorialis sive titulorum.
La parte più importante del lavoro patrocinato da Cassiodoro fu sicuramente la traduzione di opere greche di carattere sacro: Historia Ecclesiastica Tripartita di Socrate, Sozomeno e Teodoreto tradotta da Epifanio; Antiquitatum Iudaicarum libri XXII; Adumbrationes in Epistola canonicas, tradotta da Muziano; Codex Encylius, tradotto da Epifanio; In VII Epistolas canonicas, tradotto da Epifanio; In Canticum, tradotto da Epifanio; In Epistolam ad Habraeos homiliae XXXIV tradotte da Muziano; In Proverbia, tradotto da Epifanio.
Cassiodoro morì ultranovantenne intorno al 580 d.C.
Nel settembre del 1952 fu scoperto un sarcofago vicino alla cappella di San Martino, probabilmente da identificare con quello di Cassiodoro.
Dopo la sua morte il Vivario sopravvisse per qualche tempo, ma già nel 598 viene considerato in difficoltà in due lettere di papa Gregorio I del 598.
La biblioteca si disperse a partire già dal VII secolo d.C. e probabilmente una parte dei libri confluirono al Laterano, per poi disperdersi.