Donnolo Shabbatai

Donnolo Shabbatai

NOME DONNOLO SHABBATAI
PERIODO X secolo d.C.
LUOGO E DATA DI NASCITA Oria (terra di Taranto), 913 d.C.
LUOGO E DATA DI MORTE Rossano, 985 d.C.
OPERE Sefer Mirquahot (Libro delle misure)
Sefer ha-Mazzalot (Libro delle costellazioni)
Sefer Hakmoni  o Tahkemoni (Il Sapiente)
Libro della creazione
BIBLIOGRAFIA Atti del 4°  congresso storico calabrese, 1969
Castelli D., Introduzione all’opera HAKMONI (o Tahkemoni), Firenze, 1980
Gradilone A., Storia di Rossano, 1967
Morpurgo P., L’interpretazione dalla medicina greca alla medicina salernitana, 1999
Muntner S., R. Shabtai Donnolo (913-985), Jerusalem 1949
Passarelli G., Nilo di Rossano. Fiore di Melograno, 1990, p.92
Putru V., Shabbetai Donnolo, un sapiente ebreo nella Puglia bizantina altomedievale, 2004                                                           
Sharf A., The universe of Shabbetay Donnolo, Warminster 1976

BIOGRAFIA

Medico, astrologo, teologo, fu tra i primi nell’Europa medievale ad usare la lingua ebraica per la composizione delle sue opere.
Detto anche Donnolo Shabbethai (vero nome: Shabbethai ben Abraham bel Joel)
Figlio di Abraham.
Nel 925 fu catturato dai Saraceni, per poi essere riscattato a Taranto con il denaro dei genitori.
In Calabria si dedicò agli studi della Medicina e della Scienza dei pianeti e delle costellazioni.
Nel 970 si trovava sicuramente a Rossano, in quanto cercò di curare S. Nilo dell’epilessia provocata dalle privazioni della sua vita ascetica ma Nilo rifiuta dicendo che era meglio rivolgersi a Dio.
Poco dopo assistette in qualità di medico alla monacazione di Euprassio, giudice imperiale di Calabria e Longobardia, per mano di Nilo.
Non conosciamo di preciso l’anno della morte: esiste una stele funeraria datata in data 28 ottobre 989 rinvenuta presso i Caraiti di Crimea.
Unico terminus post quem attendibile si ricava dall’introduzione al SeferHakmoni, scritta nel 982 d.C.
Nelle sue opere, Donnolo sostiene che l’uomo assomiglia a Dio, ma in scala ridottissima, per l’immortalità del suo spirito, la capacità di governare, conoscere, prevedere e proveddere, e all’universo materiale per la struttura del corpo e delle sue funzioni.
L’uomo , secondo Shabbatai, è composto di corpo: anima razionale, sede nel cervello, e spirito vitale, sede nel cuore.
Nei suoi studi analizzò, inoltre, il sistema circolatorio sanguigno, identificato come un circuito chiuso nel quale il sangue viene spinto dal cuore in vasi a decorso centrifugo: il cuore, in questo sistema, costituisce la forza motrice che consente di far defluire il sangue  fino agli organi periferici.
Individuò anche gli spazi pleurici, da lui definiti spazi vuoti polmonari, e descrisse il liquido cefalo-rachidiano, le acque superiori, sede dello spirito di vita, della conoscenza e dell’intelligenza.