Iazzolino Giulio (Jasolino)

Giulio Iasolino, età giovanile

NOME IAZZOLINO GIULIO    (JASOLINO)
PERIODO XVI secolo d.C.
LUOGO E DATA DI NASCITA Monteleone (VV), 1538 circa
LUOGO E DATA DI MORTE Monteleone (VV), 1622 circa
OPERE Quaestiones anatomicae, et osteologia parva
De aqua in pericardio
De poris Colidochis, et vescica fellea pro Galeno adversus Neotericos anatomicos
Cistifellea
Dei Rimedi naturali, che sono nell’Isola di Pitecusa oggi detta Ischia
BIBLIOGRAFIA Accattatis L., Le biografie degli uomini illustri di Calabria, II, Cosenza 1870, pp. 66-69
Gallo F., I Grandi Medici calabresi da Alcmeone a Dulbecco, Cosenza 2013
Macelletti F., Giulio Iasolino, insigne medico e ideologo, Calabria Letteraria n°7-12, Soveria Mannelli 2011
Rombolà F., Storia della Chirurgia in Calabria dal V al XX secolo, 1989
Sinno A., Regimen sanitatis. Flos medicinae scholae salerni-Il fiore della medicina della scuola salernitana, 2014

BIOGRAFIA

Figlio di Mario e Lucrezia Galfuna.
Inizialmente intraprese gli studi letterari per poi prediligere le scienze naturali e la medicina, dapprima in Sicilia e successivamente a Napoli, dove fu allievo di Gianfilippo Ingrassia.
A Napoli conseguì la laurea ed iniziò la professione medica come chirurgo nell’Ospedale degli Incurabili e nel 1563 divenne Professore di Anatomia e Medicina Pratica all’Università di Napoli, sostituendo lo stesso Ingrassia.
Tra i suoi allievi ci fu Marco Aurelio Severino, con il quale collaborò per l’analisi della salma di Fra Andrea Avellino, gettando le basi per la successiva canonizzazione che avvenne nel 1712.
Divenne sanitario di una serie di conventi napoletani, come quelli delle monache agostiniane di S. Andrea delle Dame, delle clarisse di S. Maria della Sapiemza e dei chierici regolari di S. Paolo Maggiore.
La fiducia di cui evidentemente godeva presso i vertici della Chiesa napoletana fece si che ricevette l’incarico di stabilire la sanità mentale di Tommaso Campanella.
Morì a 84 anni e fu sepolto nella Chiesa di Santa Chiara, in una cappella gentilizia che conteneva anche i resti del fratello Vespasiano.