NOME | PITARO ANTONIO DOMENICO FERDINANDO |
PERIODO | XVIII secolo d.C. |
LUOGO E DATA DI NASCITA | Borgia, 31 agosto 1767 |
LUOGO E DATA DI MORTE | Parigi, 28 luglio 1832 |
OPERE | – Esposizione delle sostanze costituenti la cenere vulcanica caduta in quest’ultima eruzione del 16 del prossimo passato di Giugno – Lettera analitico-chimica sul carbon fossile ritrovato nel territorio di Gifuni in provincia di Salerno – Descrizione di una meteora igne comprasa sull’orizzonte di Napoli in Agosto 1797 – Cause de la mort instantanèe et totale de la grande masse de poissons du lac de Patria et du fleuve Sarno, dans le royanne de Naples, arrivèe en meme temps dans l’annèe 1788 – Observations generales sur la theorie de la vie, una traduzione delle lezioni di Nicola Andria – Observations faites en 1799, à la Grotte del ‘Arc, sur la matière noire qu’on y observe – Parallèle entre le calorique, la lumière, l’èlectricitè, le magnètisme, le galvanisme animal et mètallique – Cas très singulier de grossesse extra-utérine – Tarentule de la Puoille et les accidentes causés par sa piqure – Contemplazione di materia medica – La sciènce de la sètifère ou l’art de produire la soie – Analisi della Napoleonide – Lettere filologiche del dottore A. Pitaro indiritte a varj suoi amici – Scelta di poesie liriche – Poesie elegiache – L’ombra di Wasinghton al sepolcro di Giorgio Canning, ossia il trionfo di Nicolao I |
BIBLIOGRAFIA | Aliquò Lenzi L., Aliquò Taverriti F., Gli scrittori calabresi, Messina 1913 Andreotti D., Storia dei cosentini, Napoli 1896 Battaglini M., Il Monitore Napoletano, Napoli 1974, p. 183 Focà A. et al., Antonio Pitaro medico e scienziato da Borgia a Parigi, Reggio Calabria 1999. Gallo F., I Grandi Medici calabresi da Alcmeone a Dulbecco, Cosenza 2013 Rabbe et al., Biographie universelle et portative des Contemporains ou Dictionnaire historique des hommes vivants et des hommes morts depuis 1788 jusu’à nos jours, Parigi 1834 |
BIOGRAFIA
Antonio Pitaro nacque a Borgia da Saverio e Rosa Febrajo, fu battezzato nello stesso giorno dal parroco don Antonio Vaiti e gli furono attribuiti i nomi di Domenico Antonio Ferdinando Raimondo.
La data di nascita non è accertata; notizie biografiche lo fanno nascere il 31 agosto 1767, altre nel 1774.
Nel registro dei battesimi della parrocchia di Borgia è riportata la data del 31 agosto 1767 quale giorno di nascita di Antonio, tuttavia la compilazione di tale documento non risale al giorno del battesimo ma fu registrato in data successiva quando furono riscritti i registri ili battesimo della popolazione di Borgia sulla base di ricordi ed annotazioni, in seguito al terremoto del 28 marzo 1783 che distrusse Borgia completamente.
Antonio Pitaro iniziò i suoi studi nel seminario arcivescovile di Squillace.
Si trasferì a Napoli, capitale del regno, centro d’attrazione dei giovani intellettuali calabresi, per intraprendere gli studi di medicina presso quella prestigiosa Università.
Dai suoi scritti appuriamo che tornò a Borgia nel 1789 e poi nel 1793.
Poiché Pitaro si attribuì il titolo di dottore in medicina delle Scuole di Napoli e Salerno è molto probabile che abbia conseguito una prima laurea presso l’Ateneo napoletano per poi completare i suoi studi, a 31 anni, nel 1798, a Salerno se consideriamo come anno di nascita più probabile il 1767.
L’attività scientifica di Pitaro a Napoli fu intensa e frenetica; dalla lettura dei suoi lavori è possibile desumere una credibilità scientifica di cui godette in ambienti napoletani di prestigio.
Nel 1794 pubblicò il risultato dei suoi studi sulle ceneri vulcaniche
nel 1795 Pitaro fu medico-clinico presso l’Ospedale del Regai Corpo degli Artiglieri di Napoli.
Egli stesso dichiarò di essere professore di chimica, di materia medica e farmacia nell’Ospedale dei corpi di artiglieria e del Genio a Napoli e, nel 1828, aggiunse il titolo di professore di fisica per lo stesso periodo e per la stessa istituzione.
Figura nelle liste degli esuli napoletani in Francia tra i rifugiati a Marsiglia il 30 agosto 1799.
Nel 1806 fu eletto socio corrispondente del Reale Istituto d’incoraggiamento a Napoli.
Pitaro si fregiò del titolo di Dottore in medicina dell’Università Imperiale di Francia, unica informazione che ci permette di collocare la data di regolarizzazione della sua posizione di “medico straniero” verso il 1810.
Nell’Annuario dei medici del 1809 figura quale membro della Società Medica d Emulazione, mentre non risulta membro della Società Galvanica ne medico o chirurgo dell’Imperatore o della sua Casa, né in quanto medico in attività nel Dipartimento.
Nel 1811 Pitaro si diede alla letteratura e pubblicò in italiano una Scelta di Poesie liriche del poeta napoletano Gaspare Mollo dei duchi di Lusciano contribuendo in tal maniera alla diffusione della lingua italiana in Francia.
Non si hanno più notizie di Pitaro fino al 1816: in quell’anno, dopo la Restaurazione, egli appare nel nuovo almanacco, “Almanach Royal”, sempre nella stessa lista dei medici delle nuove facoltà e il 27 agosto chiese la naturalizzazione francese (Demande des lettres de Déclaration de Naturalité) a Parigi, Dipartimento della Senna, comune del secondo “arrondisse- ment” del tempo, che è il nono d oggi.
Pitaro dichiarò di avere quarant’anni, (pertanto nato nel 1776) di essere nativo di Borgia, in Sicilia citeriore e presento ì seguenti titoli: Dottore in Medicina delle Facoltà di Salerno, di Napoli, di Parigi, dell’Università Reale di Francia; medico legale della Corte Reale di Parigi; membro residente dell’Accademia reale di agricoltura della Senna ecc. eco.; e, infine, riportato sulla lista dei Dottori in Medicina del Dipartimento della Senna.
Le uniche notizie che si hanno su Pitaro nel periodo successivo all’avvento al trono di Luigi XVIII sono ricavate dalla sua pubblicazione in francese del 1828 sulla produzione della seta Tra i titoli che Pitaro presentò nel frontespizio, ci sono quelli nuovi di: membro della Società di medicina pratica e della Società della morale cristiana di Parigi, delle Società reali di medicina di Westminster e della propagazione del vaccino di Londra.
Tra il 1828 ed il 1832 trascorse un altro periodo del quale si hanno scarse notizie sull’attività di Pitaro: sappiamo che ritornò alla letteratura componendo dei versi forse trascinato dall’immagine positiva di cui godevano in Francia i letterati italiani e dall’esplosione della divulgazione delle loro opere.
Il 28 luglio del 1832, alle dieci di sera, Pitaro si spense a Parigi, nella sua abitazione di rue Hauteville al numero 2.
Nell’atto di morte Antonio Pitaro fu descritto come dottore in medicina di cinquantacinque anni, nato a Napoli e celibe. Egli aveva, in realtà, 65 anni se nato nel 1767, come supponiamo, o 58 se nato nel 1774.