Gabriele Monasterio

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NOME GABRIELE MONASTERIO
PERIODO XX secolo
LUOGO E DATA DI NASCITA Reggio Calabria, 23 dicembre 1903
LUOGO E DATA DI MORTE Pisa, 03 gennaio 1972
OPERE Le nefropatie mediche
I radioisotopi nell’indagine media
Adiposità e magrezze patologiche
Problemi di patologia renale
BIBLIOGRAFIA Del Tacca M., Gabriele Monasterio, in L’Ateneo di Pisa nell’età della riscostruzione, 2006
Donato L., Ricordo di Gabriele Monasterio, 1987

BIOGRAFIA

Figlio di padre abruzzese e madre pugliese, trascorse gli anni della fanciullezza in varie cittadine dell’Italia meridionale, seguendo gli spostamenti del padre funzionario delle Ferrovie.
Si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Genova, dove si laureò con 100 e lode nel 1927.
Negli anni successivi vinse alcune borse di studio che gli consentirono di viaggiare all’estero per perfezionare la sua preparazione e addestrarsi alla ricerca scientifica: a Vienna pressi l’Istituto di Biochimica di Frankel presso la Clinica Medica di Wenchebach, a Davos presso il Forschunginstitut for Hochgbirgsklima diretto da Loewy, a Parigi all’Istituto Pasteur, a Berlino all’Istituto R. Koch ed alla clinica medica diretta da Von Bergman, ad Alessandria d’Egitto per dirigere il Laboratorio di Microscopia, chimica ed istologia dell’Ospedale italiano.
Nel 19209-30 fu nominato Assistente straordinario della Clinica Medica di Bari diretta da Francesco Galdi.
Nel 1932 Francesco Galdi fu chiamato a dirigere l’Istituto di Clinica Medica e Gabriele Monasterio lo raggiunse come Assistente.
Divenne Aiuto nel 1935 e con questa qualifica rimase vicino al maestro fino al 1948, salvo l’interruzione degli anni di guerra quando fu ufficiale medico prima dell’Esercito e poi della Marina.
Nel 1948, al posto di Galdi fu nominato Direttore della Clinica Medica Cataldo Cassano, mentre Monastero passò a dirigere l’Istituto di Patologia medica, in seguito al concorso per la cattedra di Siena. Qui riuscì a realizzare un altro piano dell’Istituto per ottenere più spazi per i laboratori, riorganizzati con nuovi strumenti per la diagnostica e la ricerca, e migliorare la recettività dei pazienti.
Nel 1955 Cassano si trasferì a Roma e Monasterio prese la direzione della Clinica Medica, dove rimase fino alla morte. Passato  alla Clinica Medica, si dedicò a migliorarne l’efficienza da un punto di vista assistenziale e didattico, ma anche a stimolare l’attività di ricerca scientifica. Riuscì anche qui a realizzare un nuovo piano dell’edificio e  a destinare i nuovi spazi ad una più razionale organizzazione delle corsie. Dotò i laboratori di apparecchiature sempre più avanzate e molte cure si concentrarono sulla Biblioteca, che venne ampliata e dotata di un numero crescente di libri e riviste scientifiche internazionali. L’attività ambulatoriale fu molto potenziata attraverso l’istituzione dell’ambulatorio nefrologico, antidiabetico, cardiologico, pneumologico, reumatologico, antirabico e quello per le malattie tiroidee.
Fu Libero Docente in Chimica Biologica nel 1932 e Professore dal 1934 al 1937; ebbe l’insegnamento in Patologia medica nel 1935 e in Clinica Medica nel 1940.
Frutto della sua attività di ricerca sono oltre 220 pubblicazioni.
Nei primi anni si dedicò a problemi di biochimica e metodologia chimica, per orientarsi poi allo studio di fisiopatologia e clinica.
Temi preferiti sono stati per molti anni la patologia del ricambio, le malattie endocrine, le malattie del sangue, l’epatologia.
Tra gli studi di fisiopatologia del ricambio sono da ricordare le ricerche sistematiche sul ricambio del ferro in condizioni normali e patologiche mediante l’uso di prove di carico orale con cloruro e solfato ferroso o di carico endovenoso con ascorbinato di ferro.
A lungo si dedicò al problema dei dosaggi dei lipidi amatici, tessutali e fecali, riuscendo a seguito di ripetute indagini a mettere a punto dei metodi originali per la valutazione delle diverse frazioni lipidiche.
Nel campo dell’ematologia conservano ancora piena validità le ricerche sulla sindrome anemica del carcinoma gastrico.
Fra gli studi epatologia, dopo le prime ricerche sulla epatosplenomegalia egiziana eseguite durante il soggiorno in Egitto, sono da ricordare quelli sul metabolismo della bilirubina e sulla patogenesi della litiasi biliare, quelli sulla fisiopatologia degli itteri e quelli sulle alterazioni della glicoregolazione di genesi epatica. Nel settore dell’endocrinologia si era interessato delle malattie diencefalo-ipofisarie.
Ma il suo nome è legato principalmente ai suoi studi di fisiopatologia renale o di clinica delle nefropatie, cui si dedicò con crescente interesse per oltre vent’anni.
Di fondamentale importanza è stata la classificazione anatomico-clinica delle nefropatie mediche.
Fu, inoltre, tra i primissimi in Italia a promuovere l’uso del rene artificiale per il trattamento dell’insufficienza renale acuta e successivamente per l’insufficienza cronica. Tra i suoi meriti maggiori in campo dell’assistenza ai nefropatici è da ricordare la messa a punto del trattamento dietetico dell’insufficienza renale.
Nel 1957 fu tra i fondatori della Società italiana di nefrologia di cui è stato Presidente effettivo dal 1960 al 1968 e Presidente onorario successivamente.
Era membro della International Society of Nephrology.
Nel 1956 promosse la fondazione della Società Italiana di biologia e medicina nucleare, di cui fu prima Segretario e poi Presidente.
Fu membro della Commissione di Studio per la Biologia e la Medicina del CNEN con l’incarico dal 1957 di organizzare corsi di Fisica nucleare applicata alla medicina.
Dal 1964 fu membro del Comitato Scientifico dell’associazione EURATOM-Università libera di Bruxelles – Università di Pisa.
Dal 1969 fu membro della Commissione promozionale del CNR per la Medicina sperimentale.
Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte nel 1965, Medaglia d’oro del Ministero della Sanità al merito della sanità pubblica nel 1968.